Il calcolo del Performance Level, ad acronimo PL, stabilisce la bontà di una funzione di sicurezza (e aggiungiamo un altro acronimo ancora: di una SIF, Funzione di Sicurezza Strumentale), dove con bontà si intende la bassa probabilità di fallire nell’eseguire la propria funzione di protezione dell’operatore che utilizzi la macchina.

Il calcolo del Performance Level, ad acronimo PL, stabilisce la bontà di una funzione di sicurezza (e aggiungiamo un altro acronimo ancora: di una SIF, Funzione di Sicurezza Strumentale), dove con bontà si intende la bassa probabilità di fallire nell’eseguire la propria funzione di protezione dell’operatore che utilizzi la macchina.

 

Sento ripetere troppo spesso l’affermazione a titolo di questo excursus circa il PL per non voler spendere quattro parole a proposito del profondo errore che è racchiuso nella stessa.

Infatti, tanti, molti, plurimi Costruttori si pavoneggiano berciando a proposito del fatto chela macchina da loro costruita è sicurissima e che raggiunge il PL e, ma non sanno che stanno applicando il concetto del Performance Level in modo totalmente errato.

Prima di tutto, il Calcolo del PL è concepito per SINGOLA funzione di sicurezza, quindi non ha senso dire che una macchina è in PL e, d oppure c, dato che tale macchina potrebbe avere una funzione di sicurezza in PL e, una in PL d e tre in PL c.
Secondariamente, il calcolo del PL è un calcolo di probabilità, connesso alla bontà degli elementi che compongono la funzione e che assiemati determinano un comportamento resiliente all’errore e/o al guasto della protezione installata e che risponde proprio a tale funzione di sicurezza.

Conviene, forse, fare un esempio pratico, prima di perdersi in altisonanti paroloni…
Facciamo finta di avere una macchina dotata dei seguenti sistemi di protezione:

  • Un riparo fisso che protegge i circuiti pneumatici
  • Un fungo di emergenza, o piuttosto una catena di funghi di emergenza, per le situazioni estreme
  • Una porta interbloccata di accesso a una zona segregata
  • Due barriere fotoelettriche per il carico/scarico della macchina

Domanda numero uno: quante sono le funzioni di sicurezza strumentata? Risposta: 3 se il riparo fisso non è a sua volta interbloccato, 4 nel caso in cui si debba ritenere che tale riparo fisso verrà rimosso con gran frequenza e quindi sia necessario dotarlo di sistema di rilevazione rimozione.
Domanda numero due: quante volte dovremo calcolare il PL? Risposta: 3 (decidiamo che il riparo fisso sia di tipo semplice).
Domanda numero tre: ma una volta calcolato il PL per ciascuna funzione di sicurezza, con cosa lo confronteremo per capire se si sia ottenuto un buono o cattivo risultato? Risposta: con il Performance Level richiesto (PLr).

Da dove salta fuori, adesso, questo PLr?
Ebbene, stabilito che per valutare la capacità di risposta di una SIF si debba ricorrere al calcolo del PL, è ovvio aspettarsi che questo calcolo da solo abbia poco spessore, se non raffrontato con un parametro di riferimento.

Il parametro di riferimento può derivare da due fonti:

  1. Da una norma di prodotto, che indichi chiaramente il valore del PLr per data funzione
  2. Dall’analisi dei rischi compiuta dal Costruttore della macchina, che quindi abbia valutato quale debba essere la richiesta in termini di affidabilità di ciascuna funzione di sicurezza

Mentre il caso 1) ci fornisce già la pappa premasticata (attenzione che però implica anche l’applicazione di tutti i requisiti della norma alla costruzione della macchina), il caso 2) richiede maggior lavorio…
A valle di un’analisi di rischio ben fatta, infatti, si ottiene il valore di PLr per ciascuna funzione di sicurezza prevista nella macchina in esame, grazie all’applicazione di simpatiche tabelle che confrontano livelli di rischio con valori di PL.

Riassumendo il processo per intero:

  1. Elenco e descrizione delle funzioni di sicurezza, con determinazione dei componenti delle stesse e dei parametri interessanti al calcolo del PL
  2. Creazione schemi a blocco delle funzioni di sicurezza
  3. Assegnazione del PLr (da norma di prodotto, o da analisi dei rischi)
  4. Calcolo del PL per ciascuna funzione di sicurezza elencata in precedenza
  5. Raffronto con il corrispettivo PLr di riferimento

Et voilà, il gioco è fatto e guai a dire “La mia macchina è PL e!”.